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Fecondazione Assistita e protocollo VLCKD

Se state considerando la fecondazione assistita come parte del vostro percorso verso la genitorialità, potreste voler esplorare una strada meno battuta ma altrettanto promettente: il protocollo chetogenico VLCKD. Gli studi hanno dimostrato che seguire il protocollo VLCKD per almeno 2-3 mesi prima di cercare di concepire, o prima del pick-up durante la fecondazione in vitro, può aumentare significativamente le probabilità di successo. Consigliamo alle coppie di considerare questa opzione, poiché offre un approccio naturale e mirato alla preparazione del corpo per la gravidanza. La dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati e di grassi può contribuire a regolare gli ormoni, migliorare la funzione metabolica e creare un ambiente ottimale per il successo della gravidanza. Se state cercando un modo naturale per migliorare le vostre probabilità di concepire, il protocollo VLCKD potrebbe essere la risposta che stavate cercando. Prima di intraprendere qualsiasi cambiamento nella vostra dieta o nel vostro percorso verso la fecondazione assistita, è importante consultare un professionista esperto in questo protocollo per valutare la vostra situazione specifica e ricevere piani personalizzati.

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Il Protocollo VLCKD: una guida rivoluzionaria nel percorso della Fecondazione Assistita

Il percorso della fecondazione assistita può essere un viaggio emozionante, ma spesso con sfide uniche. Il protocollo VLCKD si presenta come un alleato prezioso in questo cammino, con prove scientifiche che suggeriscono miglioramenti significativi e una riduzione dei tassi di aborti spontanei. Le ricerche recenti hanno evidenziato come l’adozione del protocollo VLCKD possa influenzare positivamente la fertilità nelle donne che intraprendono la fecondazione assistita. La dieta chetogenica VLCKD non solo migliora la regolazione ormonale, ma contribuisce anche a un ambiente corporeo favorevole alla gravidanza. I dati scientifici indicano un’incidenza inferiore di aborti spontanei nelle donne che seguono il protocollo durante il ciclo di fecondazione assistita. Questo implica un passo avanti significativo nella creazione di condizioni ottimali per l’avvio della gravidanza e il mantenimento della stessa. In un momento in cui la scelta del percorso della fecondazione assistita è accompagnata da speranze e aspettative, il protocollo VLCKD si presenta come una strategia promettente per migliorare le possibilità di successo. La combinazione di approcci scientificamente validati e una dieta mirata offre una nuova prospettiva alle donne che cercano il miracolo della vita.

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Sindrome dell’Ovaio Policistico

Ovaio policistico Medea

POLICISTOSI OVARICA

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) o Sindrome di Stein-Leventhal è una patologia endocrino-metabolica che colpisce in tutto il mondo il 5-10% della popolazione femminile in età fertile ed è la causa più frequente di infertilità femminile.

Non si conosce la causa, ma molti studi sottolineano l’importanza della genetica nel determinare la patologia.

I sintomi più comuni sono: anovulazione , eccesso di ormoni androgeni e resistenza all’insulina. L’anovulazione si manifesta come mestruazioni irregolari, amenorrea e infertilità. Lo squilibrio ormonale causa acne e irsutismo. La resistenza all’insulina provoca obesità, diabete di tipo 2 e ipercolesterolemia. I sintomi e la gravità della patologia variano da soggetto a soggetto.

Manifestazioni cliniche

  • Alterazioni del ciclo mestruale, per esempio oligomenorrea (ciclo di durata superiore a 35 giorni) e l’amenorrea (assenza di mestruazioni);
  • Infertilità femminile;
  • Alopecia androgenica, ossia perdita dei capelli tipica del sesso maschile;
  • Acne, pelle unta e dermatite seborroica;
  • Iperandrogenismo (elevati livelli nel sangue di ormoni maschili) che causano irsutismo aumento della crescita dei peli anche in zone tipicamente maschili come il torace, il dorso, il mento e le guance, la linea alba ombelicale
  • Obesità centrale, ossia obesità che si concentra nella metà inferiore del torace, dando al tronco la caratteristica forma a mela;

Rischi

Le donne che soffrono di questa sindrome corrono il rischio di:

  • Iperplasia e carcinoma dell’endometrio;
  • Insulino-resistenza o diabete mellito, conseguenze dell’iperinsulinemia;
  • Ipertensione;
  • Disturbi del metabolismo lipidico;
  • Malattie cardiovascolari.

Diagnosi

Generalmente, l’insorgenza della malattia è in epoca adolescenziale, anche se la diagnosi può essere posta, nelle forme meno gravi, intorno ai 30 anni, proprio indagando sulle cause d’infertilità.

Tuttavia, bisogna precisare che esiste una grossa variabilità tra una paziente e laltra: si va da condizioni poco sintomatiche, con sole alterazioni del ciclo, mestruale, sino a situazioni in cui si possono avere contemporaneamente amenorrea, irsutismo ed obesità.

Le ovaie si presentano, generalmente, ingrandite bilateralmente; all’ecografia si osserva un tipico aspetto micropolicistico, prevalentemente nella zona corticale.

ovaio policistico medea

Il riscontro laboratoristico di elevati livelli sierici di androgeni, un alterato rapporto LH/FSH, una iperinsulinemia ed insulin-resistenza sono parametric riscontrabili in queste pazienti.

Trattamenti

La terapia deve tendere a rompere il circolo vizioso dell’anovulazione cronica. Si basa pertanto su:

  • correzione dello stile di vita mediante dieta e attività fisica. La conseguente perdita di peso e la riduzione della massa adiposa comporta un miglioramento dell’insulinoresistenza, una minor produzione periferica di androgeni e una minore trasformazione di questi ultimi in estrogeni. Spesso la sola attività fisica, associata ad adeguate misure dietetiche, stimola la crescita dei follicoli e il ripristino spontaneo dell’ovulazione.
  • terapia estro-progestinica con lo scopo di preservare l’ovaio da un’eccessiva distruzione dei follicoli che potrebbe portare ad infertilità
  • modulazione della secrezione androgenica attraverso farmaci anti androgeni
  • miglioramento dell’insulino-resistenza (metformina)
  • supplementazione vitaminica con acido folico come adiuvante in associazione o meno a metformina